15 Dec 2023

LA SOSTENIBILITÀ NEL SETTORE COSMETICO: LE NUOVE FRONTIERE DELLA TRACCIABILITÀ

Sustainability in cosmetics is becoming mandatory

L’ecosistema integrato di soluzioni DIAMIND sviluppato da Antares Vision Group per l’industria cosmetica è in linea con gli obiettivi globali di riduzione dell’impatto umano e ambientale dei prodotti

L’industria della bellezza sta affrontando una crescente richiesta da parte dei consumatori di trasparenza e sostenibilità all’interno delle proprie filiere.

La sostenibilità della supply chain cosmetica riguarda l’impatto ambientale e umano dei prodotti, dall’approvvigionamento e dalla lavorazione delle materie prime, fino alla fabbricazione, al confezionamento, alla distribuzione al cliente finale e alle attività post-consumo.

La sempre maggior sensibilità dei consumatori e la necessità di ridurre l’impatto ambientale delle attività umane per preservare il pianeta stanno orientando le normative, le politiche governative e i movimenti sociali in tutto il mondo.

Sostenibilità dei cosmetici: da essere un “di più” a una necessità

L’americana Food and Drug Administration (FDA) “è tenuta, ai sensi del National Environmental Policy Act del 1969 (NEPA), a valutare tutte le principali azioni dell’agenzia per determinare se avranno un impatto significativo sull’ambiente umano”. Le agenzie federali aderiscono al NEPA e valutano la possibilità di impatti ambientali attraverso esclusioni categoriche, valutazioni ambientali e dichiarazioni di impatto ambientale.

La Commissione europea, dal canto suo, afferma che “mira a garantire la coerenza tra la politica industriale, ambientale, climatica ed energetica per creare un ambiente imprenditoriale ottimale per la crescita sostenibile, la creazione di posti di lavoro e l’innovazione”.

È inoltre sempre più frequente la richiesta di rendere obbligatori gli standard di sostenibilità delle supply chain cosmetica. Nel marzo 2022 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per affrontare il tema dei diritti ambientali e umani nelle filiere dell’Unione Europea. Questa nuova legge sulle supply chain richiederà alle organizzazioni di integrare la sostenibilità nella governance aziendale e nei sistemi di gestione e di inquadrare le decisioni aziendali in termini di diritti umani, clima e impatto ambientale.

Nel marzo di quest’anno invece la Commissione Europea ha pensato a un set di proposte per trasformare i prodotti sostenibili, da eccezione a normalità. Questa proposta include molti aspetti della sostenibilità, come la progettazione ecologica dei prodotti, la durata, la riutilizzabilità, la riparazione, il riciclaggio e la tracciabilità, creando un nuovo percorso verso la sostenibilità.

Questa spinta verso la sostenibilità della filiera cosmetica viene dai consumatori: un’opportunità per l’industria della bellezza

Questa può essere considerata un’opportunità, per brand e produttori, di garantire l’origine delle materie prime, l’autenticità e la qualità dei prodotti. È anche un’opportunità senza precedenti per fornire a distributori, rivenditori, consumatori e altri stakeholder informazioni sulla tracciabilità dei prodotti in ogni fase della filiera.

Gli Stati Uniti non hanno ancora seguito l’esempio, ma diversi gruppi di consumatori stanno facendo pressione sul governo chiedendo standard più severi per le materie prime utilizzate nei cosmetici.

La spinta più grande verso la sostenibilità proviene dai consumatori, che vogliono informazioni sulla purezza (o sicurezza) degli ingredienti e sulle modalità di approvigionamento. Ad esempio, il 62% dei consumatori della Generazione Z (nati alla fine degli anni ’90) preferisce acquistare da marchi sostenibili e il 73% è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili.

Negli Stati Uniti, dove la Food and Drug Administration (FDA) vieta l’uso di sostanze chimiche nei cosmetici, cresce la pressione per una regolamentazione più severa. Ad esempio, i gruppi ambientalisti e di difesa dei consumatori, come l’Environmental Working Group (EWG), ritengono che un maggior numero di sostanze chimiche debba essere vietato, come già avviene nell’Unione Europea, dove è vietato l’uso di oltre 1.300 sostanze nei cosmetici.

Il Clean Beauty, movimento basato sull’utlizzo di ingredienti sicuri e puliti e sulla trasparenza dei prodotti in etichetta, si occupa anche dell’approvvigionamento etico degli ingredienti. I consumatori vogliono essere sicuri che i loro cosmetici non siano legati a fenomeni come la deforestazione, l’inquinamento e lo sfruttamento degli animali o i bambini. Il problema principale è che un’ampia varietà di prodotti cosmetici utilizza alcuni ingredienti “fondamentali”, molti dei quali pongono sfide non indifferenti per il raggiungimento della sostenibilità nella filiera dei cosmetici. Sono difficili da ottenere in modo sostenibile ed etico poiché spesso sfruttano il lavoro minorile, le cattive condizioni di lavoro e l’estrazione illegale.

La sostenibilità della filiera cosmetica non è un obiettivo irrealizzabile

Esistono già oggi tecnologie e soluzioni che aiutano le aziende a valutare le loro operazioni e a identificare i punti di forza, i punti deboli e i punti critici e a intraprendere azioni correttive. Queste includono:

  • la digitalizzazione della supply chain,
  • i sistemi di dati basati su cloud
  • e il monitoraggio in tempo reale.

Ad esempio, un rapporto di Gartner del 2021 afferma che la digitalizzazione è un fattore chiave per l’agilità, perché supporta una catena di fornitura end-to-end più trasparente, automatizzata, intelligente e orchestrata.

DIAMIND, l’ecosistema integrato di soluzioni sviluppato da Antares Vision Group per il settore cosmetico integra i livelli di:

  • Linea (ispezione per il controllo della qualità dei prodotti e delle materie prime e della tracciabilità),
  • Stabilimento (processi di trasformazione, efficienza e sostenibilità),
  • Magazzino (monitoraggio dei prodotti serializzati nella logistica e nella distribuzione),
  • Azienda (garantire la trasparenza all’interno dell’azienda)
  • Supply chain (offrendo una visibilità end-to-end) rispondendo ai nuovi requisiti di sostenibilità e garantendo fiducia e trasparenza agli utenti finali.

La tecnologia Antares Vision Group consente infatti di monitorare il LCA (Life Cycle Assessment) di prodotto al fine di valutare l’impronta ambientale (per esempio consumo energetico, materie prime utilizzate, emissioni atmosferiche, rifiuti generati, scarto idrico, trasporti, fine vita, ecc.) dei prodotti lungo il loro intero ciclo di vita.

Il Product Life Cycle Assessment consente alle aziende di migliorare le proprie prestazioni ambientali, accrescendo la reputazione positiva del marchio e rappresentando un vantaggio distintivo per attrarre consumatori e investitori.